“Città dell’uomo” è una sorta di testamento di Adriano Olivetti, uno dei visionari che portò l’Italia al Boom economico. Ho trovato tracce di Olivetti in alcune letture: l’ Olivetti TCV250 presentato da Bruno Munari come esempio di design funzionale, Faggin che cominciò la propria carriera proprio all’Olivetti, infine Cesaratto riporta l’esempio dell’occasione perduta con la cessione del settore elettronico dell’Olivetti: quando l’Italia perse l’opportunità di anticipare la terza rivoluzione industriale. Proprio la lettura di quest’ultimo libro mi ha fatto venire voglia di saperne di più su Adriano Olivetti.
Le quattro forze
Olivetti era guidato da quelle che lui chiamava le quattro forze: Verità, Giustizia, Bellezza e soprattutto Amore. secondo lui non si può parlare di civiltà se una sola di questa quattro forze manca. Olivetti credeva nella forza della comunità, l’esempio è il sindaco di Firenze Giorgio La Pira che si adoperò in ogni modo per mantenere attiva la fabbrica del Nuovo Pignone, per far sì che migliaia di cittadini non perdessero il lavoro.
Dal comune alla comunità.
“Città dell’uomo” contiene svariate proposte anche politiche su come andrebbe strutturata la società per funzionare meglio. Intanto Olivetti disprezzava abbastanza i partiti politici, riporta spesso citazioni di Simone Weil tipo:
Un partito politico è una macchina per fabbricare passioni collettive
Simone Weil
La comunità del Canavese è l’esperimento sociale fatto da Olivetti:
Abbiamo portato in tutti i villaggi di campagna, in tutti i paesi della montagna, per la prima volta, quella che io chiamo le nostre armi segrete: i libri, i corsi culturali, le opere dell’ingegno e dell’arte .[…] Se ciascuno di noi saprà chiedere al proprio fratello che cosa lo divide da noi; se ciascuno di noi saprà infondere al proprio vicino la propria certezza; se ciascuno di noi saprà sollevare una sola persona dall’incomprensione e sottrarla all’indifferenza, suonerà per noi tutti e per tutti la nostra campana.
Olivetti suggerì inoltre che nella gestione delle grandi aziende come anche della cosa pubblica non devono esserci più di tre gradi gerarchici dato che:
Un eccessivo frazionamento verticale dell’autorità crea una catena di delegazioni e di responsabilità troppo lunga, la quale conduce alla paralisi e all’inefficienza.
Olivetti porta ad esempio la Chiesa (industria di secolare esperienza!) che va dal papa ai vescovi ai preti!
La fondazione proprietaria.
Un altro punto, secondo me, visionario di Olivetti è la sua proposta di proprietà partecipata. Secondo lui né il comunismo né il capitalismo potevano essere la risposta, ma il lavorare per il bene comune a questo dovrebbero servire la varie fondazioni. Oggi siamo nell’era della “sharing economy”, della proprietà condivisa chissà cosa ne direbbe Olivetti.
L’onestà invece non sembra essere una delle caratteristiche necessarie per fare politica, Olivetti cita Benedetto Croce:
Un’altra manifestazione della volgare inintelligenza circa le cose della politica è la petulante richiesta che si fa dell’onestà nella vita politica.
B. Croce
Uno dei maggiori limiti dei partiti e delle associazioni secondo Olivetti è invece la mancanza di carattere unitario e di un collegamento organico permanente con istituti universitari specializzati… mi pare che non sia cambiato molto da allora.
Perché leggerlo
Il libro è una raccolta di scritti degli anni cinquanta, sembra scritto ieri. Penso che se Adriano Olivetti non fosse morto nel 1960 ora la storia d’Italia sarebbe diversa. Voglio riportare un’ultima proposta di Olivetti che auspicava l’istituzione di:
Istituti regionali di psicologia vocazionale atti a vagliare le attitudini dei giovani e facilitarne gli studi, l’impiego, il perfezionamento dei migliori
Buona lettura
Splendido! Chi vive cercando e realizzando, per quanto può, l’amore , la bellezza, la verità e la giustizia, già ha raggiunto l’onestà e non ha bisogno di strombazzarla. Come dice Platone nel Simposio (= Convito) e nella Politeia (= Repubblica), queste virtù portano l’uomo ad assomigliare a Dio, ovvero il massimo della realizzazione.
Adriano Olivetti di madre Valdese, lo sapevi?