“Uno psicologo nei lager” è un bellissimo libro di Viktor E. Frankl, psicologo che ho conosciuto grazie ad un altro libro “La gentilezza che cambia le relazioni” di Lorenzo Canuti e Anna Maria Palma. In questo libro avevo trovato una bellissima citazione:
La libertà fondamentale dell’uomo è quella di scegliere come si comporterà in ogni situazione.
Siamo sempre liberi di scegliere se essere gentili, incondizionatamente, con noi stessi e con gli altri.
Spesso mi accade: nel leggere un libro mi viene voglia di leggerne subito un altro, così costruisco la mia piccola libreria. Spilluzzicando qua e la, e anche seguendo i vostri consigli.
Nel libro “Uno psicologo nei lager” Frankl spiega cosa avviene nella mente degli internati, e come affrontano la tragedia in cui sono immersi, da questo dipende chi sopravvive e chi no. Lo stesso Frankl racconta la propria esperienza da psicologo internato ad Auschwitz. Frankl ha potuto utilizzare la logoterapia sui propri compagni di sventura, riuscendo a salvarne tanti dal suicidio o dall’arrendersi ad una morte certa.
L’amore
Uno dei modi che aveva Frankl di sopravvivere nei campi era di pensare alla moglie:
l’amore è, in un certo senso, il punto finale, il più alto, al quale l’essere umano possa innalzarsi. Comprendo ora il senso del segreto più sublime che la poesia, il pensiero umano ed anche la fede possono offrire: la salvezza delle creature attraverso l’amore e nell’amore!
Nonostante la situazione in cui si trovavano, gli internati nei Lager, potevano sentire l’impeto di uscire fuori al freddo e nella neve ad ammirare la bellezza di un tramonto.
Apatia e indifferenza
Erano i principali sentimenti che provavano i prigionieri. Spesso c’era anche l’irritabilità, soprattutto a causa della fame e della mancanza di sonno, ma anche alla situazione di precarietà in cui si trovavano. Il fatto di non sapere quando sarebbero stati rilasciati non dava speranze ai prigionieri. Frankl paragona la situazione degli internati a quella di un disoccupato che non riesce più a provvedere a se stesso.
Libertà
all’uomo nel Lager si può prendere tutto, eccetto una cosa sola: l’ultima libertà umana di affrontare spiritualmente, in un modo o nell’altro, la situazione imposta.[…] sulla terra esistono soltanto due razze umane e solo queste due: la “razza” degli uomini per bene e quella dei “poco di buono”.
Perché leggerlo
Sono stata ad Auschwitz con la mia famiglia qualche anno fa, credo che una visita ad Auschwitz e la lettura di questo libro debbano essere parte integrante della formazione di tutti i nostri ragazzi.
Rendiamoci conto di dove può arrivare la cattiveria umana.
“E’ successo, può succedere ancora.” Primo Levi
Buona lettura
Bello! Mi ricorda tanti altri libri, anche sui gulag: Solgenitzin, Florenskij, Vasilj Grossman … Di recente ho letto “Quinto Comandamento” (sull’indipendenza del Congo) di V. M. Manfredi; sto finendo di leggere l’ultimo pubblicato da Vittorio Messori. Grazie della tua bella recensione e baci!
L’hai letto?