“Terraa” di Bill McKibben racconta lo stato attuale del nostro pianeta. Devo ringraziare Maddalena per avermelo consigliato. La domanda è dopo anni di produzione di CO2 siamo in una situazione irreversibile?
Questo è secondo “Terraa” un fatto, possiamo sopravvivere, ma non tornerà più la vecchia terra di 100 anni fa. Molti pensano di poter negoziare la quantità di CO2 producibile nelle varie conferenze sul clima.
Il riscaldamento globale, invece è una negoziazione tra esseri umani da una parte e fisica e chimica dall’altra. Le trattative sono estremamente difficili, perché fisica e chimica non scendono a compromessi: oltre le 350 ppm il pianeta non funziona.
I cambiamenti climatici sono visti da “Terraa” come la prima causa di guerre ed emigrazione. La guerra per le risorse: acqua e terre coltivabili, potrà presto diventare realtà. Già oggi assistiamo alla fuga di migliaia di profughi dalla desertificazione dell’Africa.
Gli anni 70 un’occasione persa
Nel 1972 il cosiddetto “Club di Roma” pubblicò un lavoro “I limiti dello sviluppo” sull’ambiente arrivando a tre conclusioni:
- Se i trend di popolazione, industrializzazione, inquinamento, produzione alimentare e consumo continueranno invariati, il limite naturale di crescita del pianeta verrà raggiunto entro 100 anni
- è possibile alterare queste tendenze definendo una condizione di stabilità ecologica ed economica sostenibile per tutti gli individui del pianeta
- le probabilità di raggiungere l’obiettivo di sviluppo sostenibile sono tanto maggiori quanto prima si comincerà ad agire
Pare che il presidente Carter avesse preso molto sul serio questo rapporto chiedeva agli americani di diminuire i consumi, abbassare il riscaldamento nelle case, si era negli anni della recessione, della crisi petrolifera. Nel 1981 Reagan prese il posto di Carter grazie all’ “edonismo reaganiano” gli statunitensi ricominciano a consumare a più non posso.
Il “Club di Roma” è stato un innovatore, una Cassandra, in anticipo sui tempi. Le cose andavano ancora troppo bene perché le persone reagissero all’allarme.
Le proposte di “Terraa”
Si parte dal ristorante con indicato sul menu la provenienza degli ingredienti: sapere che la carne e le verdure consumate sono a km0 aiuta a scegliere consapevolmente una cena più sostenibile. Produrre localmente mantenendo il contatto con la comunità locale. Sfruttare internet per condividere le conoscenze e livello globale.
Ridurre i consumi al minimo.
Possiamo davvero diventare tutti produttori di energia? Che sia per il corpo o per le macchine? Penso che “Non di solo pane vive l’uomo”. Possiamo continuare ad avere artisti, filosofi, persone insomma che non partecipino direttamente alla produzione? E la ricerca scientifica, la scuola, l’assistenza sanitaria come le finanzieremmo? Anche all’età della pietra c’erano i musicisti, i pittori, gli sciamani…
Certamente se non terremo il livello di CO2 sotto i 350 ppm presto non potremo più avere tutta la bellezza a cui siamo abituati.
Il problema esiste, i grandi cambiamenti climatici sono davanti ai nostri occhi. Cosa può fare ciascuno di noi?
Buona lettura