“Finirai all’inferno” è un romanzo giallo scritto da Giorgio Simoni, come forse già sapete, quest’anno ho deciso di leggere qualche romanzo. Questo l’ho trovato nel negozio di Souvenir del Museo della Geotermia a Larderello.
In realtà il motivo per cui mi ero recata nella valle del diavolo a Larderello era per acquistare una piccola scorta di birra del luogo, se non ci siete ancora stati vi consiglio di andarci per assaggiare anche una selezione di prodotti locali. Dopo pranzo, ancora non era ora di tornare a Firenze e così ci siamo fatti un giro al museo della Geotermia. Il museo è molto ben fatto e spiega la storia di quei luoghi molto bene. Sono quindi passata al negozio di souvenir, nel quale non ho potuto astenermi dall’acquisto di quattro (4) libri. Questo è il primo che ho letto. Una piacevolissima sorpresa, sullo sfondo del giallo, che viene svelato alla fine, si scopre la storia dello sfruttamento dei soffioni., iniziato per la produzione dell’acido Borico.
L’acido borico sul mercato internazionale era come oro e la sua richiesta in continuo aumento. E lui [l’ingegnere] era riuscito, dando di nuovo sfogo alle sue aggressive potenzialità, a creare un’attività prolifica e redditizia partendo dal nulla. Tutti lo consideravano un uomo infaticabile, brillante e addirittura, per certi versi, geniale: perché doveva preoccuparsi?
S’era sbattuto talmente tanto da potersi meritare tutta quella popolarità.
L’odioso ingegnere
L’Ingegnere protagonista del libro Arturo Flaschi è veramente odioso, antipatico, cattivo, infido, bugiardo, delatore, traditore, indegno. Non so se sia frutto dell’esperienza personale di Giorgio Simoni, ma il protagonista di “Finirai all’inferno” non fa fare una bella figura a noi ingegnere e ingegneri. Si preoccupa prima di tutto della produzione, e non dei lavoratori, non pensa a mettere le aree di scavo delle “putizze” in sicurezza, insomma il leader da non seguire!
Arturo era stato un ammiratore di Napoleone, quando però Napoleone finisce all’Elba e tornano i Lorena si ritrova a dover prendere una lezione di diplomazia dal padre:
Dé! Arturo, il fuoco brucia finché c’è legna, quando finisce, finisce. Si spenge tutto e rimane solo la cenere. Non è col fuoco che si tracciano i confini, ma con la penna; certe volte bisogna accontentarsi e firmare!
Così Arturo deve sparire dalla circolazione e finire all’inferno.
Sapevate che Dante si ispirò proprio a questi luoghi per descrivere l’inferno nella Divina Commedia?
Perché leggerlo
Secondo me vale la pena leggerlo, è ben scritto e non si vede l’ora di arrivare in fondo, è un modo leggero per conoscere un po’ di storia e di “archeologia industriale” senza muoversi dalla poltrona.
Buona Lettura
Grazie Angela Serra per le belle parole su Finirai all’inferno e per il racconto delle peculiarità della geotermia Toscana.
Il libro é molto bello, ora ho grndi aspettative su “Nati per morire”